Economia: Barometro Cisl – In Italia ripresa “rallentata”. Cresce l’economia ma l’andamento del reddito disponibile delle famiglie, coesione sociale e qualità del lavoro limitano il benessere

Ufficio Stampa Cisl – 11 maggio 2018

In Italia l’attività economica è in ripresa “rallentata” e fatica a tradursi in un aumento del benessere delle famiglie, che mostra al IV trimestre 2017 (linea rossa) un miglioramento limitato rispetto allo stesso periodo del 2016 (linea verde chiaro).
E’ quanto sottolinea il nuovo numero del Barometro CISL del Benessere / Disagio delle Famiglie che evidenzia che il travaglio del paese deriva anche da una significativa asimmetria fra ripresa e benessere: nel corso della fase più recente, infatti, gli indicatori di attività economica hanno accelerato, mentre la dinamica di miglioramento del benessere delle famiglie, misurata dall’indice ponderato CISL, si è quasi arrestata. I livelli pre-crisi sono segnati dalla linea in verde scuro. 
Secondo la Cisl, la crescita del PIL non si traduce in un miglioramento del benessere per fattori macroeconomici ed altri appartenenti alle politiche economiche ed alle innovazioni normative. Nel corso del 2017, infatti, la graduale ripresa dell’inflazione, osservata lo scorso anno, si è sovrapposta ad una situazione di stagnazione salariale con effetti di compressione della crescita del potere d’acquisto dei salari e di freno alla crescita del reddito disponibile delle famiglie in termini reali. La politica di bilancio, dopo la fase del 2015-16 con il bonus degli 80 euro, non è riuscita a mobilitare risorse a sostegno dei redditi delle famiglie ed ha portato nel 2017 un incremento contenuto, ma generalizzato della pressione fiscale sui redditi da lavoro dipendente e da pensione. Relativamente alle retribuzioni, solo nell’ultimo trimestre del 2017 i dati segnalano una lieve inversione di tendenza che interessa sia il settore privato che quello pubblico. In prospettiva, i salari di fatto potrebbero registrare una dinamica leggermente superiore ai salari contrattuali, se, di pari passo con il consolidarsi dell’attività economica, inizieranno a ripartire i premi variabili aziendali, incentivati dalla detassazione resa permanente dalla Legge di stabilità del 2016 e incoraggiati dal Patto della Fabbrica, siglato dai sindacati confederali e da Confindustria. 
Nell’area della Coesione sociale i risultati sono positivi per un restringimento dei differenziali territoriali, di genere e età nel mercato del lavoro; le disuguaglianze reddituali, però, crescono. Lo stesso DEF rileva che la crisi ha intaccato il benessere dei cittadini, in particolare accentuando le disuguaglianze e aggravando il fenomeno della povertà assoluta, soprattutto fra i giovani. Un approfondimento del Barometro è dedicato al tema del reddito di cittadinanza. L’Accordo, quanto mai innovativo, fra il Governo Gentiloni e [Marker]CGIL, CISL, UIL nell’ambito dell’Alleanza contro la povertà, ha introdotto il REI, il Reddito di Inclusione, uno strumento di contrasto alla povertà di carattere universale. Con la svolta del REI e il rafforzamento, da quest’anno, delle risorse stanziate, l’efficacia nella lotta alla povertà nel nostro Paese dovrebbe migliorare. Occorre rafforzare lo strumento, evitando forme di contributo permanente, che scoraggiano la ricerca di lavoro, generano disoccupazione di lungo periodo e aumentano a dismisura il costo dell’intervento con effetti negativi sulla crescita dell’economia.

Nel dominio Lavoro, inoltre, la crescita degli occupati è rimasta complessivamente positiva anche nella fase più recente, ma le forme contrattuali di gran lunga prevalenti sono i rapporti di lavoro a termine. Gli indicatori della Qualità del Lavoro del Barometro CISL sono, così, ai livelli minimi dal 2008, dopo i miglioramenti del 2015- 2016 per gli sgravi contributivi sulle assunzioni a tempo indeterminato. Nell’ultimo trimestre del 2017, a parte un modesto recupero a livello congiunturale, l’indice si è attestato su un valore pari a 76.2, diminuendo di quasi 15 punti percentuali rispetto a quanto si era registrato nello stesso periodo del 2016. Il calo osservato per l’indicatore sintetico è da attribuire prevalentemente alla minore stabilità dell’occupazione. Opera, infatti, una tendenza di fondo non episodica: le imprese hanno mantenuto una preferenza elevata per le forme più flessibili dei rapporti di lavoro, scontando, da un lato, le incertezze della ripresa e, dall’altro, le opportunità di una normativa che gioca a favore dell’utilizzo del contratto a termine. Sul tema, al quale è dedicata una scheda del Barometro, la CISL rivendica da tempo la necessità di ripensare la normativa, modificando gli incentivi, anche monetari, così da spostare le preferenze delle imprese a favore dei rapporti di lavoro stabili e della qualità dell’occupazione.


Che cos’è e a cosa serve il Barometro Cisl del benessere / disagio delle famiglie.

Come va il benessere delle famiglie in Italia? Ci sono miglioramenti oppure vi è una crescita del disagio? Queste sono domande essenziali per l’analisi di tipo sociale, economico e, come ben sappiamo, politico. 
Il Barometro della Cisl del benessere / disagio delle famiglie ha due versioni: una a livello nazionale e una territoriale (uscita per la prima volta nel mese di maggio 2017). I due strumenti hanno in comune l’idea della necessità di una lettura pluridimensionale del benessere, attenta a monitorare gli andamenti della diseguaglianza e della sostenibilità. Per questo richiamano i contributi della Commissione Stiglitz e dell’OCSE sugli indicatori di benessere e l’esperienza italiana del BES (Indicatore di Benessere CNEL/ISTAT); si muovono nella linea proposta dagli Indicatori per gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDGs) delle Nazioni Unite.
Il Barometro Cisl è stato progettato dalla Fondazione Tarantelli – Studi e Ricerche insieme a REF Ricerche, uno dei principali centri italiani di analisi economica. Si vuole dare un quadro tempestivo ed affidabile di alcuni fenomeni socio-economici, che evolvono in maniera molto rapida e che costituiscono una parte importante del benessere del Paese. Il Barometro vuole essere un riferimento per valutare l’azione pubblica, in definitiva, un indicatore del successo a breve della politica economica. E’ molto più di un Bollettino Statistico. Come pensava Tarantelli, vuole essere uno strumento che porta il Sindacato da oggetto a soggetto di politica economica; dunque, uno strumento per reimpostare una partecipazione più ampia alla governance del paese.