“Sono passati quarant’anni dallo storico accordo di San Valentino tra il Governo Craxi, Cisl e Uil sul raffreddamento del punto di scala mobile che pose le basi per la stagione successiva delle grandi intese sulla politica dei redditi dei primi anni Novanta del secolo scorso. Furono le idee di Ezio Tarantelli a fare da volano all’accordo del 14 febbraio 1984: l’economista sosteneva infatti con lungimiranza la necessità di restituire al sindacato spazi di “agibilità negoziale” sottratti da automatismi che generavano un’inflazione altissima, innescando la rincorsa salari-prezzi e colpendo mortalmente il potere d’acquisto delle famiglie”. (…) “Quanto al merito, la sfida del nostro paese è esattamente invertita rispetto a quegli anni. Bisogna far crescere i salari e le pensioni falcidiati da anni di inflazione che ha fatto impennare prezzi e tariffe, rinnovando tutti i contratti, sostenere lo sviluppo, in tutte le aree del paese ma soprattutto nel Sud, con maggiori investimenti pubblici e privati, redistribuire in maniera più equa la ricchezza, innovazione, qualità dei servizi. Bisogna abbassare le tasse ma conservando la progressività del prelievo. Per questo non bisogna aspettare le elezioni europee e le continue alchimie della politica”. (…) “”Questo è il “patto “ che la Cisl auspica, un “Accordo della Responsabilità” che deve unire il fronte sociale riformatore superando veti incrociati, pregiudiziali ideologiche, e vecchi e nuovi benaltrismi. Proprio come facemmo con successo 40 anni fa. Il Governo Meloni è pronto a questa sfida? Gli altri sindacati e le controparti datoriali sono pronti a dare il proprio contributo? Dobbiamo dare stabilità e qualità al lavoro – la flessibilità deve costare di più ed essere meglio pagata – e impulso alle politiche attive, alla formazione e alle competenze. Bisogna dare seguito agli impegni presi dal Governo nei mesi scorsi, dando forma a una strategia nazionale per la sicurezza in tutti i luoghi della produzione – fabbriche, campi, uffici, cantieri – e dare profondità al tavolo sulle regole pensionistiche per introdurre forti dosi di flessibilità, inclusività, sostenibilità sociale”.