L’indice sintetico del benessere delle famiglie italiane, misurato dal Barometro Cisl, torna, nel terzo trimestre 2020, pressoché per tutte le regioni, al livello del 2014, anno di uscita dalla recessione 2012-2013, stabilizzando, sostanzialmente, verso il basso i differenziali regionali (Lombardia prossima al 110, Calabria poco sopra il 70).

La concentrazione settoriale dei provvedimenti di restrizione produttiva anti-covid ha determinato effetti differenziati sui diversi settori e comparti e, conseguentemente, sulle ricadute economiche e sociali regionali, a seconda dell’incidenza dei settori e comparti sottoposti a restrizioni  nella composizione produttiva delle singole regioni.

Particolarmente illuminante, a questo proposito, la classificazione della vulnerabilità di tutte le regioni agli effetti della crisi Covid, in base all’incidenza dei settori resilienti, a media esposizione o vulnerabili, assumendo le ore lavorate come unità di misura.

Deriva dall’ampio spettro differenziale regionale, analizzato dal Barometro Cisl, la necessità di una strategia differenziata già proiettata nel dopo crisi, per affrontare conseguenze transitorie, superabili in tempi brevi, e conseguenze permanenti in grado di emarginare e spopolare interi territori.

Modulazione, quanto mai necessaria, che dovrebbe trovare nel PNRR il rilievo che merita.

Un caro saluto alle nostre lettrici, ai nostri lettori.

Giuseppe Gallo

Presidente Fondazione Ezio Tarantelli

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