Il tema del rapporto tra proprietà e lavoratori caratterizza da secoli il dibattito globale sul piano etico-filosofico, politico ed economico.
Molte sono state le teorie che hanno cercato di proporre una linea di condotta o un modello di riferimento in grado di superare o coniugare la relazione tra capitale e dipendenti subordinati.
Con l’avvento della prima rivoluzione industriale e del capitalismo e con il successivo sviluppo delle teorie marxiste, la questione ha assunto una sua connotazione radicale, alzando il livello di caratterizzazione politica e sociale.
Il modello partecipativo si inserisce proprio nel contesto di questa radicalizzazione del confronto, prendendo corpo all’interno del pragmatismo delle socialdemocrazie nordeuropee e delle linee guida del cattolicesimo democratico e sociale e delle proposte del riformismo internazionale, consolidandosi soprattutto nella ricostruzione economica postbellica degli anni Cinquanta.
Molte sono state le teorie che hanno cercato di proporre una linea di condotta o un modello di riferimento in grado di superare o coniugare la relazione tra capitale e dipendenti subordinati.
Con l’avvento della prima rivoluzione industriale e del capitalismo e con il successivo sviluppo delle teorie marxiste, la questione ha assunto una sua connotazione radicale, alzando il livello di caratterizzazione politica e sociale.
Il modello partecipativo si inserisce proprio nel contesto di questa radicalizzazione del confronto, prendendo corpo all’interno del pragmatismo delle socialdemocrazie nordeuropee e delle linee guida del cattolicesimo democratico e sociale e delle proposte del riformismo internazionale, consolidandosi soprattutto nella ricostruzione economica postbellica degli anni Cinquanta.